Oggi Drop City intervista Jean-Noël Gertz, fondatore di Cycloponics una startup specializzata nella trasformazione e nella riconversione di spazi sotterranei urbani inutilizzati in luoghi di produzione alimentare biologica.
Cycloponics è una startup specializzata nella trasformazione e riconversione degli spazi sotterranei urbani inutilizzati o sottoutilizzati (vecchi rifugi, parcheggi interrati, cantine). Questi luoghi sono trasformati in luoghi destinati alla produzione alimentare BIO (soprattutto funghi, microgreen e indivia).
Il primo progetto sperimentale è nato a Strasburgo all’interno di una polveriera del 1878. Qui è stata avviata la prima fattoria urbana: Bunker Comestible. Questa iniziativa affianca quindi alla produzione agricola il recupero conservativo e la riapertura di uno spazio storico abbandonato da anni.
La coltivazione primaria nel Bunker Comestible sono i funghi (pleuroti e shiitake). In ogni stagione la temperatura è di 19°C, garantendo un clima costante e una produzione stabile. Col tempo si è avviata inoltre la produzione di microgreen e indivia.
Nel 2015 si presenta una seconda occasione: nell’ambito del progetto Parisculture la città di Parigi e ICF Habitat La Sablière (ente gestore delle case popolari) lanciano un bando di progetto per dare una seconda vita a un parcheggio sotterraneo di 3.600 metri quadrati nel quartiere della Porte de la Chapelle. Si chiede di sviluppare progetti di agricoltura urbana con l’obiettivo di favorire filiere corte nella capitale. Nasce qui la collaborazione con Théophile Champagnat, agronomo, che si ispira al modello di Londra del Growing Underground, una vera e propria fattoria sotterranea realizzata in un ex rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale.
Nasce quindi “La Caverne“, nel posteggio interrato di due palazzi di edilizia residenziale pubblica, nel 18° arrondissement di Parigi, nei pressi della Porte de la Chapelle. In un periodo in cui l’auto privata era il mezzo privilegiato, i costruttori erano obbligati alla costruzione di posteggi di due livelli per gli immobili residenziali. Oggi, tra i problemi di sicurezza che presenta questo tipo di infrastruttura e un cambiamento progressivo nelle abitudini degli abitanti che sempre più prediligono il trasporto pubblico a quello privato, i posteggi interrati risultano sovradimensionati. Da qui la decisione della società proprietaria del posteggio di rendere il livello -2 disponibile al progetto.
Successivamente è nata la Cave Agricole a Bordeaux: in questo caso la produzione è stata collocata nelle cantine di un immobile residenziale e sfrutta il sistema di riscaldamento centralizzato i cui tubi passano da questo spazio per ottenere il calore necessario a far crescere le piante anche in inverno.
Oggi Cycloponics sta attivando tre siti a Parigi, tre a Lione e uno a Bordeaux; il suo ruolo è stato e continua a essere quello di aiutare i proprietari nella conversione del proprio patrimonio, laddove quel patrimonio non è soggetto alla concorrenza dei promotori immobiliari tradizionali e si trova in aree non edificabili. L’iter prevede un cambio di destinazione d’uso attraverso un iter complesso di autorizzazioni amministrative, previo parere dei vigili del fuoco e della Prefettura.
Non si tratta di impianti avveniristici e iper tecnologici. L’idea è infatti quella di ricreare le condizioni esterne: il sole, il vento e la pioggia. Le luci a LED riproducono lo spettro luminoso di cui le piante hanno bisogno per crescere e viene mantenuto il ritmo della giornata, notte compresa, spegnendo le luci per tredici ore. La produzione è costituita in modo prevalente da funghi che non hanno bisogno di illuminazione: in questo modo si abbattono notevolmente i costi energetici dell’impianto. Il fattore determinante nel risparmio energetico è la collocazione della farm che consente una temperatura costante 12 mesi senza necessità di impianti di riscaldamento o raffrescamento.
L’allestimento dello spazio non ha richiesto attrezzatura agricola di alta tecnologia, ma piattaforme di legno e grate metalliche su cui fissare le colture a piacimento. Alla base di questa produzione c’è l’idea di un’economia diversa, basata sul recupero di spazi, oggetti e materiali. La cella frigorifera, la macchina per triturare così come diverse altre attrezzature arrivando da donazioni di realtà che le avevano dismesse. Gli stessi mattoni di substrato utilizzati per far crescere i funghi saranno successivamente triturati e costituiranno la base per un nuovo substrato.
Pur sperimentando la coltivazione di nuovi possibili prodotti, come i pomodori, si lavora su prodotti di nicchia per garantire una sostenibilità economica. I microgreen (radicchio, senape, girasole, piselli, rucola), ad esempio, sono molto apprezzati dai cuochi, per la loro concentrazione di gusto e di nutrienti (fino a 40 volte di più rispetto alla maturità). I prodotti vengono venduti ai ristoranti parigini, ai supermercati, a cinque Amap (associazioni per il sostegno all’agricoltura contadina), i residenti del quartiere. Per questi ultimi è stata prevista una tariffa agevolata per l’acquisto dei prodotti e hanno la priorità in caso di assunzione, secondo quanto previsto dall’ente gestore del parcheggio e degli immobili residenziali che richiedeva l’impegno di “far vivere il quartiere”.
Un altro elemento di sostenibilità economica è costituito dall’apertura degli spazi non solo alle coltivazioni ma anche all’insediamento di diverse realtà associative che contribuiscono alla rivitalizzazione del quartiere. Non solo agricoltura, quindi, ma anche gestione del patrimonio.